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Il Sentiero
Il primo breve tratto è in discesa, fino ad arrivare in Via Trespole, che conduce fuori dall’abitato.
Il panorama già si apre ad abbracciare il Monte Venda e Rocca Pendice a Sud, mentre a Nord si erge il
Monte della Madonna, la seconda cima dei Colli Euganei (m 525).
In prossimità di un capitello, la strada asfaltata piega a gomito a sinistra; noi invece proseguiamo diritto prendendo la strada sterrata che sale tra campi coltivati e case coloniche per circa 700 metri.
Sulla destra un sentiero si inerpica decisamente, entrando nel bosco delle pendici del Monte della Madonna. È un sentiero da fare solo a piedi, con calzature adatte.
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Il sentiero attraversa boschi di castagno e robinia; siamo sul versante meridionale del Monte della madonna, per cui è facile imbattersi in alcuni tratti rocciosi esposti completamente, ricoperti di piante di fico d’india nano (opuntia compressa): bellissimi da vedere durante la fioritura della tarda primavera o in autunno, con il rosso dei frutti.
Mentre osserviamo queste meraviglie vegetazionali, ci appare di fronte, preceduta da un muretto, la facciata di una minuscola chiesetta con campanile, dedicata a Sant’Antonio Abate. A fianco della chiesa si apre una grotta naturale, mentre sul retro uno spiazzo a prato con panchine invitano a fermarsi per una breve pausa ristoratrice, durante la quale potremo ammirare il paesaggio.
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Il tratto di sentiero successivo è forse il più impervio, perché un po’ più ripido e scivoloso (a volte sarà necessario aggrapparsi). Basterà comunque che prestiamo maggiore attenzione.
Da qui si può raggiungere un bellissimo punto panoramico: un affioramento roccioso offre un punto di vista a volo d’uccello sulla vallata sottostante, mentre di fronte a noi si ergono la sagoma tondeggiante del Monte Venda,
la parete rocciosa di Rocca Pendice, il verde scacchiere della pianura e in lontananza, se la giornata è limpida, le creste degli Appennini.
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Riprendendo il sentiero, ora ci aspetta un tratto facile con leggeri saliscendi e, dopo il primo tratto, il percorso continua all’ombra di un bosco di roverelle e castagni. Ogni tanto un affioramento roccioso di trachite ci ricorda l’origine vulcanica dei Colli Euganei, ma quelli che a prima vista sembrano dei comuni grossi sassi, ad un occhio attento si rivelano essere dei
bassorilievi, dei volti scolpiti
da qualche mano sconosciuta; potrebbero essere opera di qualche “Salvanèo”, gli spiritelli dei boschi che ancora si aggirano per i nostri Colli.
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Il sentiero esce dal bosco e sbuca nella sella tra il Monte Grande ed il Monte della Madonna, il Passo delle Fiorine
(m 350). E’ un’area attrezzata con un ampio prato dove ci possiamo distendere al sole (ricordatevi di portarvi una coperta!), ma ci sono anche panchine e tavolini ed una fontana d’acqua potabile.
E’ possibile ristorarsi anche in altro modo, presso la Baita Fiorine, con servizio bar ristorante. Da questo punto inizia la discesa per ritornare in paese a Teolo.
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Sul lato sud del parcheggio delle Fiorine, inizia un sentiero nel bosco, anche questo da affrontare con calzature adatte e con un minimo di attenzione, che in 20 minuti scende fino alle prime case di Teolo; da qui la strada asfaltata (via Chiesa) passa di fronte alla parrocchiale di Santa Giustina e conduce nuovamente alla piazza principale di Teolo. In alternativa possiamo scendere in paese costeggiando la strada asfaltata (via Monte Madonna).
Il paese è amena località di villeggiatura e al termine della nostra escursione, possiamo gustare un gelato ristoratore in uno dei bar, oppure se abbiamo fatto l’escursione nel pomeriggio, probabilmente avrà stimolato il nostro appetito e possiamo decidere di approfittare per cenare in uno dei rinomati ristoranti e trattorie del paese.
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Mappa Percorso |
Partenza:
Teolo |
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Durata:
3 ore |
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Quando:
rimavera e autunno per i colori stupendi del bosco e sottobosco,
ma anche l’estate per il percorso abbastanza ombreggiato |
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Grado di difficoltà: medio- facile
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Chiesa di Sant’antonio Abate
Una leggenda racconta che in una grotta che si trova sul fianco sud del Monte si sia
rifugiata ed abbia vissuto Santa Felicita, il corpo della quale si venera nella basilica di Santa Giustina in Padova.
Oltre alla grotta vi si trova una chiesetta dedicata a S. Antonio Abate;
a questa nei secoli passati era unito un eremo. Apparteneva ai monaci di Santa
Giustina e ciò lo ricorda anche lo stemma che si trova sulla sua porta. Interessante
la flora mediterranea che vegeta attorno: esemplari di fichi d’India e di cisto femmina.
La festa di Sant'Antonio Abate, presso l'omonimo Oratorio, si tiene il 17 gennaio ed è
curata dall'associazione 'Amici dell'Oratorio'.
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Teolo
Teolo è un antico villaggio, già luogo di insediamenti fin dalle ere più remote.
Qui, infatti, attratti dalla salubrità dell'aria e dalla difendibilità del sito, abbiamo testimonianza di gruppi umani dei quali si trovarono tracce da Castelnuovo fino al Monte Rosso, passando per Vallarega - la valle che si estende tra il Monte Solone ed il Vignola.
Pare che il nome Teolo derivi da Titulus, comune di origine romana. Una tradizione vuole infatti che qui vi sia nato l'illustre storico Tito Livio. Ebbe notevole importanza in epoca medievale. Nel secolo XIII°, infatti, fu sede d'una podesteria e, successivamente, dopo la caduta dei Carraresi, di una vicaria - perno amministrativo e militare della struttura locale veneziana.
I vicari, di consuetudine nobili padovani, duravano in carica un anno e avevano obbligo di abitare in paese. I loro compiti consistevano nel giudicare le cause civili fino alla somma di lire 10, nel sorvegliare l'entrata e l'uscita delle vettovaglie dal territorio, nel badare che venisse effettuata la custodia di strade, ponti ed argini. Da essi dipendevano le autorità civili minori come i degani e i merighi.
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