L’articolazione
della spalla
L’articolazione della spalla è la più mobile del nostro corpo: può infatti ruotare in tutte le direzioni e a 360°… se in buono stato di salute. La
comparsa di fastidi e dolori, però, spesso porta la persona a limitare il movimento della spalla e del braccio, con conseguente
progressiva immobilizzazione e perdita di capacità di movimento, ipotonia dei muscoli interessati, contratture a collo, spalle e schiena da sovraccarico di lavoro per compensare il deficit di movimento.
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La spalla è come un crocevia di ossa, muscoli e tendini. È costituita dal complesso articolare cingolo scapolare, ovvero ben 4 articolazioni in comunicazione tra loro tramite fasci muscolari che regolano la mobilità reciproca tra il tronco e l’arto superiore. Se da un lato questo tipo di struttura consente grande mobilità, dall’altro è più difficile garantirne la stabilità, perché queste 4 articolazioni (scapolo omerale, sterno claveare, acromion claveare, scapolo toracica) devono lavorare in costante sinergia per mantenere un sano equilibrio. Ed infatti molte patologie che insorgono a carico della spalla riguardano proprio la capsula, deputata alla stabilità, e la
cuffia dei rotatori, responsabile della mobilità.
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Errate abitudini portano a problema cronico
Abbiamo visto come la spalla sia composta da complessi muscolari che si stabilizzano tra loro. Se
sovraccarichiamo un muscolo con un comportamento errato reiterato, gli altri muscoli si trovano a fare gli “straordinari” per compensare questo squilibrio e subiscono a loro volta uno stress che,
se prolungato nel tempo, peggiora in contrattura di un singolo muscolo o dell’intera area. Ignorando il segnale d’allarme che ci lancia il corpo, il dolore, contribuiamo a far degenerare la situazione: infiammazione con
dolori acuti, progressiva limitazione di movimento fino a “congelarne” l’articolazione.
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Prevenzione innanzitutto
Per evitare lo spiacevole panorama di progressivo dolore con limitazione funzionale sopra descritto la parola magica è prevenzione, ovvero
imparare una corretta igiene posturale. Sarebbe opportuno che fosse insegnata già fra i banchi di scuola, così come l’educazione alla percezione del corpo. Prevenzione significa anche effettuare controlli periodici già dai 30 anni, per poter garantirsi una migliore qualità di vita negli anni futuri.
Se proprio non riuscite ad evitare il dolore, non ignoratelo e non soffocatelo con antinfiammatori, ma curatelo alla radice. Il fisioterapista non può e non deve sostituire la figura dello specialista ortopedico o fisiatra, che hanno innanzitutto il compito di escludere patologie serie, cisti o degenerazioni, rottura o sfilacciamenti tendinei. Una volta stabilita la diagnosi, sarete nelle mani di esperti in riabilitazione.
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