I Giuggioli
I giuggioli sono una sorta di emblema di Arquà Petrarca.
Sono la testimonianza di un
tempo lontano, di quando le
famiglie contadine
raccoglievano le giuggiole e le
mettevano, insieme ad altra
frutta, in un
vaso dove per infusione e
decantazione si produceva un
succo liquoroso dolcissimo
chiamato “brodo di giuggiole”.
Una locuzione divenuta
proverbiale che significa
“gongolare di gioia”.
E ci sono
anche i melograni che adornano
numerosissimi giardini di Arquà.
Sono un bagliore vermiglio tra i
colori caldi del panorama
autunnale che sta intorno.
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Casa Strozzi
Oggi galleria d’arte, un tempo
appartenuta alla famiglia fiorentina
degli Strozzi. Sulla facciata sono
visibili lo stemma della famiglia giallo
e rosso, ed il giglio di Firenze. Casa
Strozzi è anche conosciuta come Casa del
Pestrin per la presenza , in passato,
del frantoio per le olive.
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Ospedale della Madonna
Fondato nel 1320,
ospitava i pellegrini
in viaggio dal nord al sud o viceversa.
I viandanti potevano sostare una sola
notte; in caso di maltempo, potevano
trovare ospitalità fino ad un massimo di
tre notti. A testimonianza della
funzione di questo edificio resta oggi
l’affresco sulla facciata.
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Villa Alessi
Residenza di vacanza dei vescovi di
Padova nel ‘700, come Gregorio Barbarigo
e Benedetto XIII.
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Piazza alta di Arquà
Da sempre deputata alla
vita
amministrativa del paese, a differenza
della piazza bassa, deputata alla parte
religiosa. Su piazza alta si affacciano,
a continuità delle tradizioni del
passato, la loggia dei Vicari, in
precedenza sede del Vicario, la colonna
di San Marco a simbolo della dominazione
della Repubblica di Venezia nel ‘600 e
l’attuale Municipio.
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Loggia dei Vicari
Di origine
duecentesca, era il luogo
dove i vicari ed i capifamiglia
discutevano dei problemi e prendevano
decisioni. A conferma di ogni decisione
presa, alla fine delle assemblee, veniva
suonata la campana e vicari e cittadini
assistevano alla funzione
nell’antistante Oratorio della SS.
Trinità. L’interno della loggia è
arredato con gli stemmi dei Vicari che
governarono la città.
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Fontana del Petrarca
Così chiamata perché il poeta veniva a
prendere l’acqua, anche se le sue
origini sono antecedenti, raccoglie le
acque che sgorgano naturalmente,
provenienti dalle alture circostanti;
riempie i vicini abbeveratoi che in
passato erano utilizzati sia per gli
animali, che per lavare i panni. Questa
fontana è il simbolo del legame di Arquà
all’acqua.
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Villa Rova
Villa quattrocentesca appartenuta in
passato ai Pisani, dal palese richiamo
architettonico a Villa Pisani di Strà. È
uno dei tipici esempi di villa veneziana
che, a partire dal ‘400, la nobiltà
comincia a costruire ad Arquà,
richiamata dalla fama del Petrarca. Le
ville venete vengono infatti
prevalentemente costruite attorno alla
sua tomba. Alla stregua di villa Pisani,
anche villa Rova si sviluppa in altezza.
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Osteria del Guerriero
Particolare è la
pianta di vite che
sbuca dal muro! Si tratta di una varietà
autoctona, che la tradizione vuole che
non abbia subito incroci, e che
sopravvive grazie alla parziale
esposizione alla luce.
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Villa Contarini
È l’edificio più imponente di Arquà
Petrarca; palazzo medievale appartenuto
ai Contarini, simile per struttura
all’omonima Villa di Piazzola. Questo
edificio, a metà tra la villa veneta e
la casa veneziana, si sviluppa in
lunghezza; al piano terra si trova il
porticato, mentre al piano superiore ci
sono gli spazi per conservare granaglie
e farine.
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Il “brolo”
È il tipico giardino di Arquà,
un incrocio tra un giardino
ornamentale ed un orto. Si
trovano in prevalenza giuggioli,
olivi e melograni, ovvero piante
che non hanno solo funzione
estetica, ma sono deputate alla
produzione di frutti.
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15.
Monte Castello
È oggi un
giardino, ideale punto di
osservazione del borgo e della vallata
circostante. Ma attorno all’anno 1000 vi
sorgeva un castello, il nucleo medievale
originale attorno al quale si è poi
sviluppata Arquà. Il castello è stato
demolito per poter costruire, con le sue
pietre, i primi edifici che oggi si
affacciano su piazza alta.
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16. Casa del Petrarca
Visitatela! Come potreste perdere
l’occasione di passeggiare nei luoghi
cari al poeta, che tanti versi ancora
gli ispirarono negli ultimi anni della
sua vita?
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