Il Leone di San Marco: l’emblema della Serenissima
Il simbolo di Venezia e della Repubblica Serenissima è il leone alato, ma forse non tutti sanno che esso è la
raffigurazione simbolica dell’evangelista San Marco, la cui salma fu portata a Venezia da due mercanti veneziani da Alessandria d’Egitto. Il leone alato di solito è rappresentato con un’aureola, una spada e un libro sotto la zampa anteriore destra. Nell’iconografia cristiana il leone
simboleggia la forza della parola dell'Evangelista, le ali l'elevazione spirituale, l'aureola la santità.
Curiosità: non si sa quando venne adottato come simbolo della Repubblica, ma da sempre questo animale, emblema di maestà e potenza, ha esercitato un forte fascino sui veneziani: nei giardini dei palazzi cittadini infatti si tenevano leoni veri, all’interno di grandi gabbie, e nel 1316 una leonessa partorì dei piccoli nel cortile di Palazzo Ducale, suscitando grande stupore tra i veneziani.
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Il ferro da Gondola:
l’antico logo di Venezia
Il ferro da prua della Gondola serve a bilanciare il gondoliere posto a poppa, ma esso simboleggia anche l’essenza stessa di Venezia, fornendo la
rappresentazione stilizzata della città. Iniziando dalla sommità del ferro da gondola si riconosce distintamente la foma del Corno ducale, il
copricapo del Doge. Sotto un arco sta a simboleggiare il Ponte di Rialto, mentre la forma ad
S evoca il Canal Grande. I sei rostri allineati sulla parte frontale indicano la divisione della città nei suoi
sei sestieri (San Marco, Castello, Cannaregio, Dorsoduro, Santa Croce e San Polo), quello rivolto all’indietro rappresenta la
Giudecca. Tra i rostri frontali a volte sono inserite tre piccole forme, assomiglianti a dei merletti. Indicano le tre più grandi isole della laguna,
Murano, Burano, Torcello.
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Il Bucintoro:
la perduta nave del Doge
Il burcio d’oro del Doge simboleggiava la massima potenza e lo splendore della Serenissima, tanto che Napoleone lo distrusse nel 1798 in atto di scherno verso la caduta Repubblica e fece bruciare le sontuose decorazioni di cui era addobbato per ricavarne l’oro. La ricchissima nave guidava la lunga processione di imbarcazioni che nel giorno dell’Ascensione di Cristo (9 maggio) raggiungeva S. Elena all'altezza di San Pietro di Castello. Qui il Doge veniva benedetto dal Vescovo e proseguiva poi verso la Bocca di Porto dove avveniva il vero e proprio rito propiziatorio: lanciando il suo anello dorato nelle acque delle laguna,
Venezia sposava il mare.
Curiosità: ancora oggi, dopo più di mille anni, la Festa della Sensa (Ascensione) celebra lo speciale rapporto di Venezia col mare. Lo sposalizio del mare torna ad incantare veneziani e curiosi. Un evento suggestivo che tra qualche anno probabilmente vedrà anche il ritorno del famoso gioiello perduto: grazie alla Fondazione Bucintoro e a ben 600 tronchi donati dai francesi un ambizioso progetto, sposato anche dall’Unesco, porterà nuovamente la nave d’oro a solcare le acque della laguna veneziana.
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